AGOPUNTURA: una terapia veramente personalizzata?

L’agopuntura è una pratica che accompagna l’essere umano da millenni.
In Italia è stata riconosciuta già dagli anni ’80 come trattamento efficace per diverse patologie, e viene collocata fra quelle che chiamiamo medicine di regolazione: non agisce soltanto sul sintomo, ma sull’intero organismo, favorendo sia il recupero della salute che il mantenimento del benessere nel tempo.
Ma sorge spontanea una domanda: l’agopuntura è davvero una terapia personalizzata, cucita sul singolo individuo? Oppure la sua applicazione rischia di cadere negli schemi e nelle ricette predefinite, quelle che sembrano andare bene un po’ per tutti?
Gli esempi aiutano a capire.
Per l’ansia, nei manuali tradizionali di agopuntura esistono schemi già pronti: sequenze di punti stabilite, a volte più di una versione.
Lo stesso accade per i disturbi intestinali e così per tutti gli altri disturbi e malattie: anche qui si trovano protocolli consolidati.
È vero che il terapeuta può modulare e variare le combinazioni, ma il rischio rimane quello di muoversi sempre all’interno di ricette precostituite, non sempre perfettamente cucite sull’unicità di quella persona.
C’è però chi ha sviluppato un approccio diverso.
Grazie a una lunga pratica nella Terapia Neurale è possibile rendere anche l’agopuntura una terapia profondamente individualizzata.
La scelta dei punti non segue più rigidi canoni manualistici, ma si fonda su una conoscenza neurologica approfondita, sull’integrazione di diverse scuole di insegnamento e, soprattutto, su un dialogo attento e la visita del paziente.
Ogni colloquio, ogni dettaglio della storia personale – dalla nascita fino a oggi – diventa parte integrante della decisione terapeutica.
Il risultato è un’agopuntura che non assomiglia quasi mai a quella descritta nei testi tradizionali: non è standardizzabile, non è imitabile, e per questo diventa estremamente efficace. Diventa un’arte individuale sviluppata negli anni.
Il paziente viene considerato come individuo unico, non come numero in una statistica.
E proprio per questo spesso sono necessarie meno sedute, con risultati più solidi e duraturi.
Un’agopuntura così fatta, certo, può richiedere una visita più approfondita, impegnativa. E’ un’agopuntura dinamica e non statica. Il paziente non viene abbandonato in una stanza mentre ci si dedica ad altri pazienti ma si sta accanto a lui, si interagisce, si adattano i punti.
Si tratta quindi di una seduta più attiva, sia per il terapeuta che per il paziente.
Ma questa attenzione in più viene ripagata con un livello di personalizzazione altissimo, un’efficacia concreta e la sensazione, per chi riceve la cura, di essere trattato davvero come individuo unico.
Dott. Gianluca Galluccio